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MAURO NATALE: "Persiste, qui da noi, un assurda e inaccettabile cultura anti-industriale" 

08 ottobre 2015

MAURO NATALE, PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA MOLISE:
Mi sono reso conto, durante il mio mandato di Presidente di Confindustria Molise, dell’impossibilità di cambiare verso a questa regione, per un motivo di fondo.

Persiste, qui da noi, un assurda e inaccettabile cultura anti-industriale, che non solo penalizza le imprese rimaste attive durante la fase più massacrante della crisi economica, ma ne ostacola fortemente lo sviluppo.

Sono davvero amareggiato nel doverlo ribadire ancora una volta, ma - sotto questo aspetto - nulla è cambiato in questi ultimi anni. Raccolgo continuamente le denunce delle aziende in tal senso.
Le più recenti provengono dalle imprese chimiche localizzate nell’area di Termoli,
realtà industriali che - lo si dimentica - hanno dato a questa regione la possibilità di avere un segmento manifatturiero significativo e un livello di occupazione importante.

Mi chiedo perché mai queste aziende, che chiaramente hanno manifestato l’interesse ad ampliare il loro business su questo territorio, debbano essere ostacolate dai ritardi nel rilascio delle autorizzazioni in materia ambientale.

E’ scoraggiante e avvilente constatare il persistere di questo atteggiamento ostruzionistico, sospettoso, inadeguato e indegno degli enti pubblici preposti (l’Arpam in primis) che, al contrario, dovrebbero supportare queste realtà industriali e accompagnarle nei loro progetti di sviluppo.

Mi chiedo, allora, ancora una volta, come possa questa regione anti- industriale, dare seguito e sostanza all’area di crisi! Quest’ultima, che trova la sua ragion d’essere nella bisogno di rivitalizzare le realtà aziendali molisane giunte al capolinea, mal si calerebbe in un territorio ostile all’industria. O mi sbaglio?

Lancio, quindi, un appello alla nostra classe dirigente, ai nostri politici e ai pubblici funzionari: decidete da che parte stare e fatelo con spirito di servizio per la nostra collettività.

Lo sviluppo, inteso come crescita in termini di ricchezza e occupazione, non può che derivare dall’industria manifatturiera in Europa, in Italia e in questa regione. Ostacolare e rallentarne i progressi è rischioso e può compromettere per anni la ripresa di un territorio come il nostro, seriamente provato dalla crisi”.
 

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